Il ruolo decisivo di nave-appoggio delle Banche Centrali
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Quando gli analisti non capiscono che il prezzo dell’oro è legato al rapporto domanda/offerta ed insistono a volerlo valutare come un prodotto finanziario, si infilano in contraddizioni in termine e finiscono a fare questioni di “lana caprina”.
E’ quello che succede ad un analista di Goldman Sachs in un articolo di Antonella Ladisi del 29/07/2020 pubblicato su Milano Finanza che potete leggere tramite Link.
Ne evidenziamo uno stralcio che commentiamo con le definizioni delle parole chiave prese da Wikipedia e capirete che, spaccare il pelo in quattro, serve soltanto a fare confusione.
“Il punto chiave è che i gestori si preoccupano del livello di inflazione piuttosto che dei cambiamenti dell’inflazione. A questo punto per Goldman Sachs è importante fare una distinzione tra svalutazione e inflazione. L’attuale accumulo di debito potrebbe essere il punto di partenza per i rischi inflazionistici futuri nonostante questi ultimi oggi rimangano bassi.”
Da Wikipedia:
“Svalutazione monetaria:
In passato, quando le monete erano composte da metalli preziosi il valore nominale era uguale al valore del metallo prezioso contenuto. Se i governanti sostituivano parte del metallo prezioso con metallo comune, allo scopo di emettere una maggiore quantità di denaro, la moneta finiva per perdere valore nei confronti delle altre monete…..
Ai nostri giorni non si usano più monete composte da metalli preziosi e le ragioni della perdita di valore di una moneta sono da attribuirsi all’operare della domanda e dell’offerta delle monete che servono a regolare le transazioni economiche. Tipicamente oggi l’azione svalutativa per eccellenza si ottiene attraverso l’immissione di moneta nel sistema economico da parte di una banca centrale.
Inflazione:
Con inflazione (dal latino inflatio «enfiamento, gonfiatura», derivato da inflāre «gonfiare») in economia, si indica l’aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi in un determinato periodo di tempo, che genera una diminuzione del potere d’acquisto della moneta.
L’inflazione derivante dall’aumento dei prezzi delle materie prime o dall’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli è definita agflazione”
La sostanza è che con la carta, che chiamano moneta, compri meno di prima in ambo i casi ed è evidente che c’è meno oro di quello che serve e questo fa salire la quotazione oro, Goldman Sachs, infatti, lo prevede a 2.300$/oncia ma, essendo vitale che sia fisico, la domanda supera l’offerta ed il prezzo oro sale.
Il fatto che la domanda parta dalle Banche centrali, le quali sanno benissimo che l’oro è raro, fa si che il prezzo oro non potrà che salire. Arriveranno anche i realizzi e quindi ci sarà chi venderà l’oro, ma succederà in un futuro non molto vicino e la previsione di soglia tra i 1.800 ed i 1.900 $/oncia salvaguarderà comunque il capitale del piccolo/medio risparmiatore.